Laureato e specializzato in storia dell’arte all’università degli studi della Tuscia. Dopo aver discusso due tesi di laurea su Andrea Pazienza continua lo studio dell’artista realizzando il lavoro di riordino e di digitalizzazione dell’archivio e curandone la mostra “Segni Preliminari”. Cura la rubrica Fumo negli occhi. “Recensioni critiche” di graphic novel. Le recensioni vengono pubblicate su Move magazine sulla pagina Facebook Fumo negli occhi e su Fandangoeditore.it. Direttore artistico di una sezione del Festival Caffeina e assistente alla direzione artistica di Quartieri dell'Arte.

“Non riesco a pensare che al modo in cui metterò su carta quello che mi sta succedendo […]. Qualunque cosa accada sarà un libro fantastico, ci si può aspettare di meno da Daniel Brodin?”.
“Il ladro di libri” finisce con queste parole, quasi di fretta. Non racconta una vera e propria fine. Ci lascia col dubbio affascinante che sia proprio il libro di Brodin, quello che abbiamo appena finito di leggere. O magari è la sua introduzione. La voce narrante in prima persona che ci ha accompagnato lungo tutto il percorso pare avercelo suggerito, ma “Il ladro di libri” è scritto (e disegnato) da Alessandro Tota e Pierre Van Hove non da Daniel Brodin…
Quindi chi racconta chi?
Il racconto della vita di uno scrittore che racconta la propria vita fino al punto in cui sta per cominciare a scriverla?
Certo è che questo fumetto vive di sovrapposizioni. Sovrapposizioni ed equilibrio. La finzione è calata in una Parigi anni 50 popolata da intellettuali esistenzialisti e provocata dal “lettrismo”. Quello che Munoz e Sampayo definivano “intorno tematico” della vicenda è un pezzo della storia del 900 le cui atmosfere vengono evocate grazie alla perizia non didascalica dei due autori. L’avanguardia e la dissoluzione alcolica, l’amore e la presa di coscienza sembrano tappe di un caotico percorso iniziatico che portano Brodin ha maturare una sorta di capricciosa vocazione. Si è scrittori o lo si diventa? Quanto si è impostori e ladri nella vita e nell’arte? Quanta commedia implicita presuppone l’avanguardia? Brodin è un lettrista o un poseur?
Un altro libro Coconino Press – Fandango che lascia il segno, il Gran Guinigi vinto a Lucca come miglior graphic novel 2015 ne è conferma.

3 Domande all’Autore

Puca Jeronimo Rojas Beccaglia – Si è scrittori o lo si diventa?

Alessandro Tota – Si nasce narratori e poi si diventa eventualmente scrittori, cosi’ come si puo’ diventare cineasti o fumettisti… è un insieme di fattori a determinare il linguaggio che si sceglierà. Pero’ i narratori sono una categoria più vasta degli scrittori… e non tutti gli scrittori, anche grandi, sono narratori.

PJRB – Quanto si è impostori e ladri nella vita e nell’arte?

AT – Impossibile rispondere a una domanda tanto generica.

PJRB – Quanta commedia implicita presuppone l’avanguardia?

AT – L’avanguardia storica aveva in se dei caratteri di gioco. Il dadaismo soprattutto. In parte anche il surrealismo, anche se di quest’ultimo spesso si è imposta l’immagine un po’ seriosa di Breton e delle varie storie dei rapporti col comunismo. … Il Futurismo aveva delle cose deliranti, umoristiche e geniali, basti pensare al lavoro di Depero. Ma in molti artisti dell’avanguardia c’è lo humor. Pensa a Duchamp, che mette i baffi alla Gioconda e ci scrive sotto L.H.O.O.Q. , che foneticamente si legge come “elle a chaud au cul”, “lei ha caldo al culo”.

PJRB – Brodin è un lettrista o un poseur?

AT – Brodin è un giovanotto ambizioso come tanti. Non è all’altezza della sua ambizione, ecco il dramma!

Il ladro di libri Book Cover Il ladro di libri
Coconino cult
Alessandro Tota, Pierre Van Hove
Fumetti - Fumetti
Coconino Press
2015
brossura
174
http://pjrbfumonegliocchi.tumblr.com/