Il ciarlatano e il gioco dell’amore
Di Anita Mancia
“Nel vero gioco c’è amore: è sempre stata la forma suprema del gioco”. Così si legge a pagina 195 de Il ciarlatano, bellissimo libro di Isaac Bashevis Singer, pubblicato da Adelphi. “Le persone non vogliono essere felici?”.”Coscientemente sì, ma nel profondo del loro subconscio cercano la tragedia”, leggiamo a pagina 252.
In queste brevi frasi sono raccolte la filosofia della vita e la saggezza del ciarlatano Hertz Minsker, figlio del rabbi di Piltz, protagonista del romanzo di Singer. Hertz non si adatta alla vita americana ma nemmeno segue la Torah come pensa il suo amico Morris Kalisher, che pur molto ricco ed adattato alla vita americana, vorrebbe ritornare alla fede degli antichi padri. Il cuore del metodo di Minsker nella scienza e nella religione è il dubbio: egli dubita financo che Dio esista, perchè Dio è pieno di contraddizioni: ora comanda di non uccidere ora ordina di uccidere il nemico.
Hertz cerca anche di riabilitare la dottrina di Sabbatai Zevi e trova un significato profondo negli aforismi di Jacob Frank. Hertz scrive che “Il padre celeste desidera che i suoi figli si divertano, e non gli importa di come lo fanno. Chiede soltanto che non costruiscano la propria felicità sulla sofferenza altrui. Ogni scienza, ogni sociologia, ogni fatica umana non dovrebbe avere che un solo scopo: trovare il modo di realizzare questo principio.”. Ma nemmeno Hertz segue questi principi perchè, attratto sempre dalla passione per le donne, tradisce sua moglie Bronia con la moglie, Minna, del suo miglior amico Morris. La stessa moglie, Bronia, è vittima di una azione tragica di Hertz: lasciò i suoi figli e il marito a Varsavia per unirsi a Hertz in America.
Pertanto egli fa soffrire le donne che dice di amare e soffre di un profondo senso di colpa. Hertz non è adatto per la vita pratica. È un dotto e legge la Torah, il Talmud, ha scritto in yiddish un’opera filosofica che nessuno vuole pubblicare in quella lingua. Scroccone, vive alle spalle di Morris come amante di sua moglie. Morris scopre il tradimento di Minna e vuole farla finita con lui, ma non ci riuscirà, perchè nel fondo gli vuole bene.
Hertz ha una sorta di colpo di fortuna con un americano di origini ebraiche Bernard Weiskatz che gli offre una cattedra in una Università del mid-west per fare lezione sul tema della natura umana e finanzierà la sua ricerca. Così Hertz parte con Miriam, (tradendo Bronia, che intanto è incinta di lui,) una medium incontrata a delle sedute spiritiche a New York. Come si vede già da queste brevi note, la trama del libro è molto densa e il ritmo è vivacissimo e veloce. Entro breve si compiono due viaggi in aereo da New York a Miami, dove Hertz incontra Bronia incinta e malata di leucemia, e dove Hertz, angosciatissimo, torna a New York per andare a trovare Minna il cui marito Morris è morto sul colpo alla notizia che il figlio avuto dalla prima moglie si è unito in matrimonio con una giovane imparentata con dei nazisti. Su questo repentino ritorno a New York e su una telefonata di Hertz a Minna il libro si chiude come in un grande ritorno al principio.Tutti i caratteri sono ben costruiti ed i migliori sono quello di Morris, contraltare simmetrico a quello di Hertz, e quello di Minna, scrittrice di poesie in yiddish, ma carente in inglese. Chiude il libro la nota al testo di Elisabetta Zevi che raccomando vivamente di leggere riguardo al modo di composizione del testo ed all’uso della lingua yiddish nel manoscritto.
Letteratura
Adelphi
2019
268 p., brossura